Da giovedì 1 giugno disponibile
su tutti i maggiori distributori di musica digitali
"Bad Blues Quartet" disco d'esordio
dell'omonima formazione cagliaritana
Anticipato dal video del primo singolo "Snort Some Daisies", esce ufficialmente il 1 giugno "Bad Blues Quartet", disco d'esordio dell'omonima formazione cagliaritana nato dopo un intenso periodo di lavoro nel Metropolitan Studio di Monserrato (CA) assieme a Luca Picciau (produzione esecutiva) e Massimo Satta (produzione esecutiva e artistica). Sono nove le tracce presenti nell'album, nove brani che traducono l'urgenza espressiva della band isolana formata da Eleonora Usala (voce), Federico Valenti (chitarra), Simone Arca (basso) e Frank Stara (batteria), musicisti svezzati con pane e blues che trovano nella musica del diavolo il terreno fertile per esprimere la propria idea di musica. L'importante lavoro discografico registra le preziose collaborazioni dei musicisti sardi Vittorio Pitzalis, Rubens Massidda, Diego Milia e Alessio Sanna.
La grafica del disco è stata curata da Zinnibiri (www.behance.net/zinnibiri), mentre le fotografie sono state realizzate da Emanuela Meloni (www.emanuelameloni.com).
Bad Blues Quartet è disponibile su tutti i maggiori distributori di musica digitali (iTunes, Spotify, Amazon Music) e sul sito ufficiale della band www.badbluesquartet.com
I giornalisti interessanti possono richiedere album e press kit all'indirizzo: s.cavagnino@gmail.com
IL DISCO - "Bad Blues Quartet" è stato registrato tra il dicembre 2016 e l'aprile 2017 al Metropolitan Studio di Monserrato con la supervisione di Luca Picciau (produzione esecutiva) e Massimo Satta (produzione esecutiva e artistica). La maggior parte delle composizioni ha avuto breve gestazione, perché ben rodata e forgiata da molte esecuzioni live nei mesi precedenti l'entrata in studio. Il disco racchiude e fonde al suo interno i quattro universi musicali degli artisti, con le differenze di background e di ascolti che ognuno di loro porta in dote. Ciascuno degli otto brani originali possiede una identità chiara e delineata: si passa dal blues-rock di "Snort Some Daisies" e "You Better Make Her Twirl" alle sonorità più soul-funk di "The Shelter", "Illusion's Song" e "Nureci", fino ad approdare a atmosfere più classiche come lo slow-blues "Me and my David's Blues", brano impreziosito dall'organo Hammond di Alessio Sanna. Come in ogni disco blues che si rispetti, non poteva di certo mancare il suono dell'armonica a bocca, suonata in "Walker's Blues" dal polistrumentista Diego Milia. L'album registra due importanti tributi: il primo è un brano originale intitolato "Behind the Hat (SRV)", chiaro riferimento a uno dei mostri sacri del blues come Stevie Ray Vaughan (Alessio Sanna in questo caso è alle prese con il Fender Rhodes), mentre il secondo è "Go Down Old Hannah" (brano di chiusura del disco), unica cover e unico pezzo acustico dell'intero lavoro. Il brano è un vecchio canto dei campi di lavoro nel Texas, registrato per la prima volta da Alan Lomax negli anni '30 del Novecento. La versione presente nel disco è stata registrata per l'occasione dai bluesmen sardi Vittorio Pitzalis e Rubens Massidda e vuole essere un tributo al Blues stesso, quello con la maiuscola iniziale, germogliato nel fertile terreno della sofferenza delle popolazioni afroamericane nel sud degli Stati Uniti. "Bad Blues Quartet" è un disco moderno che rappresenta brillantemente il suono della band "Bad Blues Quartet" e il suo profondo amore e rispetto verso il padre della musica del 900: il Blues, appunto.